Scala pitagorica
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Sommario
Premessa
Questa è una pagina delicata. Essa si rivolge a musicisti, ma anziché parlare il loro linguaggio, chiamando gli intervalli per nome (sesta minore (VI m), quarta eccedente (IV +), ecc...) li traduce in formule matematiche, a prima vista incomprensibili. La struttura matematica che genera le scale musicali come successione di intervalli è elementare, al di là dell'aspetto "repellente": essa coinvolge solo le quattro operazioni (anzi unicamente la moltiplicazione e la divisione) e può essere costruita, come faremo, passo a passo.
Come si costruiscono le scale pitagoriche?
- Il meccanismo generativo della scala pitagorica è molto semplice: essa si può ottenere partendo da due soli rapporti fondamentali: 2:1, che rappresenta l'intervallo di ottava, e 3:2 che rappresenta l'intervallo di quinta giusta (ascendente e discendente). A volte alcuni inseriscono nel meccanismo generativo anche l'intervallo di quarta giusta: in questa pagina preferiamo considerare l'intervallo di quarta giusta come una quinta discendente.
- Si sceglie una nota di riferimento, per esempio Do e si iniziano a generare intervalli di quinta ascendenti.
- Dal punto di vista matematico ciò equivale a moltiplicare ripetutamente la frequenza di partenza per 3/2. Ben presto, già alla seconda moltiplicazione, tale procedura genera frequenze che "escono" dall'ottava che contiene la nota di riferimento avendo un rapporto con la frequenza di riferimento superiore a 2. Per riportare l'insieme di tali frequenze nell'ambito dell'ottava di partenza si divide la frequenza così ottenuta per
dove n è il numero di ottave che si sono "percorse" dalla nota di partenza a quella di arrivo. Ad esempio partendo dalla nota Do otteniamo
regola generativa (ascendente) | ... | ![]() |
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... |
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rapporto tra le frequenze | 1:1 | 3:2 | 9:8 | 27:16 | 81:64 | 243:128 | 729:512 | ... |
nota | Do | Sol | Re | La | Mi | Si | Fa # | ... |
intervallo | ... | V | II M | VI M | III M | VII M | IV+ | ... |
Possiamo generare nuove note anche tramite intervalli di quinta discendenti. Dal punto di vista matematico ciò equivale a dividere ripetutamente la frequenza di partenza per 3/2 (cioè a moltiplicare per 2/3). Per riportare l'insieme di note così ottenuto nell'ambito dell'ottava di partenza si moltiplica la frequenza così ottenuta per dove n è il numero di ottave che si sono "percorse" dalla nota di partenza a quella di arrivo. Ad esempio partendo dalla nota DO otteniamo
regola generativa (discendente) | ... | ![]() |
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... |
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rapporto tra le frequenze | 1:1 | 4:3 | 16:9 | 32:27 | 128:81 | 256:243 | 1024:729 | ... |
nota | Do | Fa | Si♭ | Mi♭ | La♭ | Re♭ | Sol♭ | ... |
intervallo | Unisono | IV | VII m | III m | VI m | II m | V- | ... |
Unendo i due cicli di quinte ascendenti e discendenti possiamo ottenere infiniti intervalli. Tuttavia la scala ha senso solo se ne contiene un numero finito, perché altrimenti il nostro orecchio non sarebbe in grado di distinguerli tutti. Il punto è: dove ci dobbiamo fermare? Nel paragrafo successivo si mostra quanto sia delicato rispondere a questa domanda.
rapporto | ... | 1024:729 | 256:243 | 128:81 | 32:27 | 16:9 | 4:3 | 1:1 | 3:2 | 9:8 | 27:16 | 81:64 | 243:128 | 729:512 | 2187:2048 | 6561:4096 | ... |
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nota | ... | Sol♭ | Re♭ | La♭ | Mi♭ | Si♭ | Fa | Do | Sol | Re | La | Mi | Si | Fa♯ | Do♯ | Sol♯ | ... |
intervallo | ... | V- | IIm | VIm | IIIm | VIIm | IV | Unisono | V | IIM | VIM | IIIM | VIIM | IV+ | I+ | V+ | ... |
Il cerchio non si chiude!
- Cosa succede se continuiamo a moltiplicare la successione delle frequenze per 3/2, o 2/3? Ad un certo punto torneremo sulle stesse note come se stessimo percorrendo un circolo (i musicisti staranno certamente pensando al circolo delle quinte) o il meccanismo generativo produce sempre nuove note? La risposta è che il cosiddetto circolo delle quinte, nella scala pitagorica non si chiude. Esso è in realtà una elicoide delle quinte. Potenzialmente il meccanismo generativo illustrato è in grado di dividere l'ottava in un numero infinito di parti, rendendo gli intervalli tra due note sempre più piccoli, addirittura al di là della soglia di discriminazione delle frequenze del nostro orecchio.
- Il motivo della mancata "chiusura del cerchio" è semplice: un cerchio si chiude se si ritorna al punto di partenza. Perché ciò accada, il meccanismo generativo dovrebbe consentirci di produrre una nota la cui frequenza ha un rapporto con quella iniziale di
(a questo punto basterebbe, per tornare al punto di partenza, dividere la frequenza per
!). Ma in realtà non c'è modo di scegliere n intero in modo da rendere
uguale a
.
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La scala diatonica pitagorica
La soluzione per la costruzione della scala consiste ovviamente nel troncare il circolo ad un certo punto. La scelta delle note da scegliere può apparire assolutamente convenzionale ma in realtà essa deve soddisfare precisi esigenze di carattere estetico (consonanza) e di facilità di intonazione (uniformità dei gradi consecutivi della scala). Una possibile scelta consiste nel considerare solo le 7 note centrali dell'ultima tabella (da Fa a Si). Tale scelta conduce alla scala diatonica.
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Vantaggi
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A dire il vero più che ragionare in termini di traslazione, la teoria musicale dei pitagorici poneva a fondamento dei vari modi il tetracordo (tetraktys): un modo era costituito da due tetracordi discendenti consecutivi. Spesso i tetracordi erano anche omologhi, cioè con la stessa successione di toni e semitoni. Ad esempio il modo la cui scala inizia dal Do era generato dai due tetracordi Do-Si-La-Sol e Fa-Mi-Re-Do in cui la successione tra toni (T) e semitoni (S) è del tipo S-T-T-T. La denominazione di tali modi derivava dalle regioni dell'antica Grecia nei quali essi avevano avuto origine
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Svantaggi
- gli intervalli di terza e sesta non sono consonanti. Inoltre essi sono espressi da rapporti "scomodi" che coinvolgono numeri piuttosto grandi. Se, ragionando pitagoricamente, il criterio della consonanza è quello dei "rapporti semplici" tali intervalli suonano dissonanti. (per le ragioni fisiche della consonanza dei rapporti semplici visita questa pagina galileiana). In effetti nella pratica musicale, anche per l'avvento della polifonia, si è andato affermando, per la sua maggiore consonanza, un intervallo di terza definito da un rapporto molto più semplice (5:4). Tale scelta ci insegna che i "musicisti" non si lasciano irretire da speculazioni numerologiche astratte ma, affidano al proprio orecchio, la scelta degli intervalli consonanti. La scelta di terze maggiormente consonanti condusse alla scala naturale. È vero però che, ancor oggi, molti solisti di violino preferiscono eseguire i loro assoli in scala pitagorica quasi a testimoniare la centralità dell'intervallo di quinta nell'armonia musicale (gli strumenti a corde sono spesso accordati per quinte).
- come per ogni scala diatonica, il limitato numero di note offre una limitata gamma di possibilità melodiche
La scala cromatica pitagorica
Quest'ultimo svantaggio può essere superato aumentando il numero di note facenti parte della scala. Ovviamente le nuove note immesse, che arricchiscono di molto le possibilità melodiche, non devono compromettere i vantaggi della scala diatonica. Esse devono
- continuare a garantire la consonanza degli intervalli di ottava e di quinta;
- rendere il più possibili uniformi i gradi consecutivi della scala;
- essere in numero non eccessivo in modo da non avere frequenze troppo ravvicinate
Una possibile soluzione di compromesso si ottiene considerando le 12 note centrali (dal Mi♭ al Sol#) elencate sopra. In altre parole si includono nella scala il
- Do♯, ma non Re♭
- Fa♯, ma non Sol♭
- Sol♯, ma non La♭
- Si♭ ma non La♯
- Mi♭ ma non Re♯
Si ottiene allora la scala seguente
nota | rapporto | frequenza (Hz) | cent |
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Do | 1:1 | 261.6 | 0 |
Do♯ | 2187:2048 | 279.4 | 114 |
Re | 9:8 | 294.3 | 204 |
Mi♭ | 32:27 | 310.1 | 294 |
Mi | 81:64 | 331.2 | 408 |
Fa | 4:3 | 348.8 | 498 |
Fa♯ | 729:512 | 372.5 | 612 |
Sol | 3:2 | 392.4 | 702 |
Sol♯ | 6561:4096 | 419.1 | 816 |
La | 27:16 | 441.5 | 906 |
Si♭ | 16:9 | 465.1 | 996 |
Si | 243:128 | 496.7 | 1110 |
Do | 2:1 | 523.3 | 1200 |
Si osservi che, se, oltre a tutte le note alterate avessimo anche le alternative (enarmoniche) la scala avrebbe 17 gradi, anziché 12 di cui cinque che differiscono solo per il comma pitagorico di circa 24 cent.
Vantaggi
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Svantaggi
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Si veda la sezione paragoni tra le diverse scale per ascoltare alcuni esempi che evidenziano vantaggi e svantaggi.
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AUDIO: clicca qui per ascoltare quinte-pitagoriche.mp3 tutte le quinte della scala pitagorica di Do. Solo la penultima (Si-Fa♯) è dissonante. |
Scala pitagorica e consonanza
La mancata consonanza degli intervalli di terza e di sesta rappresenta un problema non solo nella corretta intonazione di tali intervalli ma può causare fastidiosi battimenti nell'esecuzione simultanea di bicordi (es Do-Mi) soprattutto in presenza di strumenti ricchi di armonici di ordine superiore. Ad esempio il quinto armonico naturale del Do viene a trovarsi molto vicino in frequenza al quarto armonico del Mi pitagorico. Per esempio:
- se assumiamo come frequenza del Do una frequenza pari a 261.6 Hz, il suo quinto armonico naturale avrà una frequenza pari a 261.6 • 5= 1308 Hz;
- il quarto armonico naturale del Mi pitagorico (di frequenza pari a 331.1 Hz) avrà invece una frequenza pari a 333.1• 4=1332.4 Hz;
- la frequenza di battimento è data dalla differenza delle due frequenze calcolate e vale circa 25 Hz. Tale valore, secondo la teoria delle bande critiche di von Helmholtz, cade proprio nella fascia di valori che conferiscono al suono un carattere aspro e sgradevole. A questo proposito visita il nostro laboratorio virtuale: troverai un'esperienza guidata sui battimenti. Modificando i valori di frequenza di default puoi valutare l'asprezza del suono che si ottiene sovrapponendo le frequenze sopra calcolate. Vedi anche la pagina teorica sui battimenti.
Probabilmente stiamo sopravvalutando il ruolo della dissonanza degli intervalli di terza e sesta nella musica greca antica; ciò per due ordini di motivi:
- la musica aveva un carattere melodico ed era rara la sovrapposizione di voci che non fossero all'unisono o distanziate di un intervallo di quinta;
- gli strumenti utilizzati (es. il flauto) erano poveri di armonici superiori.
Approfondimenti e collegamenti
- Per approfondire gli aspetti matematici legati alla determinazione degli intervalli visita la pagina Come si costruisce una scala musicale?;
- Per una breve rassegna storica sulla genesi storica delle varie scale musicali visita la pagina dal monocordo alle scale musicali;
- Per confrontare la scala pitagorica con altre scale visita la sezione paragoni tra le diverse scale.